Le Collezioni e le Serre








Roseto - Istituito da Raffaele Ciferri, nel secondo dopoguerra è attualmente suddiviso in tre grandi aree: un gruppo di rose selvatiche, raccolte nelle aiuole marginali, con specie e ibridi naturali rappresentativi delle sezioni dei sottogeneri Hultemia, Eurosa ed Hesperhodos, denominate secondo le classificazioni adottate per le flore delle regioni d'origine; le rose antiche, collocate in modo da evidenziare, ove possibile, i legami con le sezioni precedenti; gli ibridi moderni, ospitati nelle aiuole centrali.

Arboreto - Ospita diverse specie arboree ed arbustive originariamente in prevalenza esotiche, attualmente arricchito con diverse specie delle foreste dell'Italia boreale. Dell'impianto originario, attribuito allo stesso Scopoli, rimane un monumentale Platanus hybrida (45 m di altezza, 7.30 m di circonferenza a 1 m dalla base).

Piante officinali - Nei lettorini, file di aiuole un tempo destinate ad essere protette d’inverno da coperture vetrate, antistanti le serre scopoliane è ospitata una collezione di piante di interesse officinale o con caratteristiche tossiche. Tra le specie presenti lo stramonio (Datura stramonium), la borragine (Borago officinalis), il ricino (Ricinus communis), il dittamo (Dictamnus albus), l’edera velenosa (Toxicodendron radicans), ecc.

Piante autoctone degli ambienti forestali della pianura lombarda  - Nelle aiuole triangolari che fiancheggiano il viale che conduce dall’edificio dipartimentale alle serre storiche sono state impiantate alcune specie caratteristiche degli ambienti forestali della pianura padana lombarda meritevoli di tutela. Tra queste vi sono il mughetto (Convallaria majalis), la carice brizolina (Carex brizoides), il giaggiolo siberiano (Iris sibirica), il dente di cane (Erythronium dens-canis), ecc.

Piante autoctone degli ambienti aridi del Parco del Ticino  - Nelle piccole aiuole comprese tra il centro didattico divulgativo del Bosco “Siro Negri” e il retro della Serra Tropicale “R. Tomaselli” è stata costituita recentemente una collezione di piante provenienti dalla vegetazione presente nelle radure secche presenti tra i boschi del Parco del Ticino (Hypericum perforatum, Clematis recta, ecc.).

Serre storiche “Scopoliane” - Sono formate da due corpi collegati da un atrio comune. Nel corpo orientale sono conservate le specie di Cicadaceae più rappresentative dal punto di vista didattico. Nel corpo occidentale si trova una collezione di piante succulente di vecchia costituzione e integrata più volte con donazioni da parte di privati.

Le Cicadaceae - La collezione di Cicadee è ospitata nell’ala orientale delle Serre di Scopoli. Anche se alcuni individui presenti sono più vecchi, il nucleo fondamentale della collezione fu costituito negli anni settanta del XX secolo quando R. Tomaselli e A. Balduzzi presero parte a numerose esplorazioni botaniche in America Centrale. Questi viaggi di studio e ricerca erano stati organizzati dall’Accademia Nazionale dei Lincei di Roma e vi presero parte botanici provenienti dalle Università di Napoli, Firenze e Pavia. Le Cicadee sono un gruppo di gimnosperme molto interessanti in quanto conservano, nella loro organizzazione vegetativa e riproduttiva, caratteristiche molto arcaiche. La loro origine evolutiva si colloca nel Carbonifero o agli inizi del Permiano ed esse raggiunsero le condizioni di massima abbondanza e diffusione nell’Era Mesozoica. Hanno più spesso l’aspetto di palme, con fusto eretto colonnare e indiviso, e grandi foglie composte portate tutte presso l’apice del caule. Le foglie presentano in genere consistenza molto coriacea e hanno apice pungente. Le Cicadee sono piante a lento accrescimento e per questo individui vecchi e di buone dimensioni risultano particolarmente preziosi a scopo ornamentale. E’ importante inoltre tenere conto che questo gruppo di piante è protetto dalla normativa internazionale, CITES o Convenzione di Washington, che regola il commercio degli organismi minacciati. Una conseguenza indesiderabile di ciò è che un paio di anni orsono alcuni begli esemplari della collezione dell’Orto Botanico sono stati sottratti da ignoti ladri nel corso di un furto con scasso. E’ ora difficoltoso rimpiazzare gli esemplari rubati e particolarmente i bellissimi individui di Encephalarctos horridus Lehm. e della messicana Dioon merolae De Luca, Sabato & Vázq. Torres. Attualmente la collezione comprende esemplari di Zamia furfuracea Aiton, Dioon edule Lindl., Ceratozamia mexicana Brogn., Cycas revoluta Thunb. e Dioon spinulosum Dyer ex Eichl. L’organizzazione degli apparati fiorali è molto primitiva particolarmente in Cycas: i fiori sono unisessuali, compaiono separatamente su individui diversi e non hanno involucro; periodicamente all’apice invece di foglie normali si forma un giro di fiori femminili (carpelli) bruno-giallastri di aspetto vellutato e con l’estremità divisa in lacinie pennate; sul loro peduncolo compaiono lateralmente alcuni grossi ovuli da cui deriveranno i semi. In altri generi i fiori femminili si riducono di dimensioni e come i fiori maschili sono portati in grande numero in strutture unisessuali “a pigna” (strobili) che si formano all’apice, ma vengono in seguito spinte lateralmente. Le Cicadee sono attualmente rappresentate da una classe di gimnosperme (Cicadopsida) tra le quali il solo ordine delle Cycadales contiene organismi viventi inclusi in due famiglie (Cycadaceae e Zamiaceae) dieci generi e 130 specie circa. La loro distribuzione è legata alle aree tropicali e subtropicali di tutto il globo. Il solo genere Cycas però ha una distribuzione ampia (Africa orientale, Madagascar, Asia meridonale e sud-orientale, Polinesia, Australia, Messico), altri sono endemici dell’America tropicale (Dioon, Zamia, Microcycas e Ceratozamia), altri sono limitati al continente africano nella zona centrale (Encepharlartos) e meridionale (Stangeria), altri ancora (Lepidozamia, Macrozamia) in Australia, mentre Bowenia è relegato nella sola area nordest di questo continente. La dispersione geografica delle Cicadee risente dei grandi avvenimenti geologici che hanno trasformato la superficie della terra nel corso degli ultimi 225 milioni di anni. Le Cicadee si sono formate durante l’era Paleozoica e all’inizio del successivo Mesozoico, le masse continentale rimanevano ancora tutte riunite nella Pangea. Inizialmente si separa il blocco eurasiatico verso NE, poi l’America settentrionale verso NW e l’Antartide e l’Australia unite verso SE. Il blocco centrale rimane costituito da America meridionale, Africa, Madagascar e India, ma quest’ultima diviene autonoma spostandosi verso l’Eurasia in direzione NE. Infine, siamo al termine del Mesozoico, anche l’America meridionale e l’Africa si separano per l’apertura dell’Atlantico meridionale e dall’Africa si stacca anche il Madagascar. Questo periodo è anche quello di maggior abbondanza e diffusione delle Cicadee. Il vastissimo areale di distribuzione di Cycas ci ricorda l’arcaica condizione di unità di terre emerse oggi separate dagli oceani, la presenza degli altri generi endemici nei diversi continenti ci testimonia invece dei processi evolutivi divergenti avvenuti progressivamente nel Mesozoico in territori sempre più drasticamente separati tra loro.

Le piante succulente - L’ala occidentale delle Serre di Scopoli è occupata dalla collezione di piante succulente, altrimenti definite nel linguaggio comune “piante grasse”. E’ questa una vecchia raccolta che ha preso origine durante la direzione del prof. R. Ciferri e probabilmente raccoglie anche esemplari già presenti in precedenza. Recentemente sono state effettuate alcune donazioni di esemplari significativi ma sfortunatamente alcuni di essi sono anche sottratti (ad es. Ariocarpus trigonus K. Schum. e Lophophora williamsii (Lehm. ex Salm.-Dyck.) J.M. Coult. var. caespitosa). R. Tomaselli introdusse alcune specie di Didieraceae, famiglia endemica del Madagascar (ad es. Alluaudia procera Drake, Didierea madagascariensis Baill.) e un bellissimo individuo della particolarissima gimnosperma Welwitschia mirabilis Hook f. proveniente dalla Namibia. Attualmente la collezione è soprattutto intesa a fornire un significativo supporto didattico per mostrare i fenomeni di convergenza evolutiva esistenti tra gruppi di piante, molto differenti dal punto di vista sistematico e per origine fitogeografica, che hanno affrontato la vita in habitat simili comunque caratterizzati da marcate condizioni di carenza idrica. Le specie, che si trovano nella prima aiuola presso l’ingresso, provengono dalle zone aride del Vecchio Mondo e in particolare dall’Africa. Le principali famiglie rappresentate sono Euphorbiaceae, Asphodelaceae e Asclepiadaceae. Sono presenti molte specie dei generi Euphorbia e Aloë . Proseguendo, nell’aiuola successiva possono invece essere osservate le specie appartenenti alle famiglie di piante succulente provenienti dal Nuovo Mondo. Sono coltivate soprattutto specie delle famiglie Agavaceae e Cactaceae e all’interno di quest’ultima sono in particolare ben rappresentati i generi seguenti: Mammillaria, Cereus, Opuntia, Astrophytum, Echinocactus, Eriocactus, Echinopsis, Ferocactus, Rebutia, Lobivia, Wilcoxia, ecc. Sono infine entrate recentemente a far parte della collezione alcune specie del genere Lithops “le rocce viventi”, coltivate nel palco ai piedi della vetrata. Molte piante della serra presentano fusti succulenti che spesso sono verdi in quanto costituiscono la sede principale della fotosintesi. La succulenza dei fusti è tipica delle piante di ambienti aridi che sono avvantaggiate dal ridurre la perdita di vapore acqueo (traspirazione), poichè la disponibilità di acqua nell’ambiente, per rimpiazzare quella perduta è molto ridotta. La traspirazione è tanto maggiore quanto più grande è il rapporto superficie/volume per cui gli organi più coinvolti in questo processo sono le foglie. Queste quindi tendono a ridursi, diminuendo così la propria superficie oppure possono avere durata brevissima cadendo assai precocemente. Le foglie infine possono addirittura ridursi a spine, utili anche alle piante per difendersi dagli animali pascolatori, per cui la coincidenza tra spinosità e succulenza è una condizione davvero ricorrente. La fotosintesi viene spostata nel fusto che a sua volta diviene carnoso, perchè ricco dal suo interno di tessuti con cellule capaci di immagazzinare grandi quantità di acqua. La superficie esterna è verde per la presenza di tessuto clorofilliano, anche se appare più o meno biancastra o grigiastra per il forte spessore della cuticola e la presenza di cere, entrambe strutture destinate ad aumentarne la impermeabilità. I fusti capaci di fare la fotosintesi possono essere cilindrici o spesso tendono ad appiattirsi simulando parti di aspetto vagamente fogliaceo (platicladi), che danno ai fusti stessi un aspetto caratteristicamente articolato. Questi fenomeni biologici costituiscono un esempio molto manifesto di convergenza evolutiva, in quanto molte famiglie di piante del tutto diverse sistematicamente (Cactaceae, Asclepiadaceae, Asteraceae, Euphorbiaceae) tendono ad assumere lo stesso aspetto per fronteggiare simili condizioni di scarsità di acqua. Le somiglianze sono molto marcate esternamente mentre all’interno l’organizzazione anatomica può risultare abbastanza differenziata per il diverso posizionamento dei tessuti di riserva acquifera. Quando le foglie non siano completamente sacrificate il fenomeno della succulenza può anche manifestarsi principalmente a loro carico. Le foglie diminuiscono così la propria superficie, divenendo cilindriche o comunque molto spesse e carnose. Assai frequentemente la cuticola è ingrossata, coriacea, e ricoperta di cera biancastra. La consistenza complessiva della foglia è dura e i margini del lembo fogliare risultano acutamente spinosi. Anche in questo caso più famiglie sistematicamente diverse di piante hanno raggiunto per convergenza aspetti simili: Crassulaceae e Saxifragaceae tra le piccole piante erbacee, Asphodelaceae e Agavaceae tra le piante di grandi dimensioni a foglie rosulate. Serra tropicale “R.Tomaselli” - Fu costruita durante la direzione di Ruggero Tomaselli e attualmente contiene diverse specie esotiche di pteridofite, Araceae, Aracaee, Euforbiaceae, Liliaceae, Marantacaee, ecc.

Serra delle piante utilitarie “G. Briosi” - Questa serra, che ospita una serie di piante esotiche da frutto, aromatiche, da legno e ornamentali (Cinnamomum sp. pl., Citrus sp. pl. ecc.) nonché piante dell’area mediterranea (Ceratonia siliqua, Olea europea, Chamaerops humilis, ecc.), è utilizzata anche come serra di ricovero invernale di piante in vaso.

Serra delle Orchidee - Questa piccola serra, posta in prossimità dell’ingresso al l’edificio e all’Orto, ospita orchidee tropicali e svariati esemplari di specie della famiglia Bromeliaceae di provenienza sud-americana.